Anche se SARS-CoV-2 non è più al centro delle notizie come in passato, il virus continua a circolare e a provocare infezioni e casi di COVID.
Quest’anno, con l’arrivo del mese di settembre, i casi di infezione da SARS-CoV-2 e COVID-19 in Italia continuano ad essere segnalati. Anche se SARS-CoV-2 non è più al centro delle notizie come in passato, infatti, il virus continua a circolare e a provocare infezioni e casi di COVID.
Il Ministero della Salute rilascia aggiornamenti regolari pubblicando ogni settimana dei report in cui mette a confronto il numero di nuovi casi, di tamponi eseguiti, di deceduti e del tasso di positività della settimana appena trascorsa con quelli della settimana precedente.
Nonostante periodicamente si noti una certa variabilità, in linea generale, si potrebbe affermare che l’andamento della situazione COVID nel nostro Paese rimane pressoché costante se non per piccole oscillazioni, in positivo o in negativo.
E’ da sottolineare che, fortunatamente, non ci troviamo in uno stato di emergenza, nonostante l’arrivo di nuove varianti con maggior capacità di trasmissione (come le nuove varianti Nimbus NB.1.8.1 e Stratus o XFG), ma in qualsiasi caso, è sempre bene non sottovalutare la situazione e rimanere vigili.
La variante Nimbus
A livello globale, la variante Nimbus sta incrementando la sua prevalenza ed è stata classificata come variante sotto monitoraggio (VUM) dall’OMS
Ad ogni modo, sempre secondo l’OMS, il rischio per la salute pubblica, al momento, rimane comunque basso.
È ormai esperienza comune che i sintomi assomiglino molto a quelli di un classico raffreddore, con disturbi tipici come:
- Naso chiuso e che cola (rinorrea)
- Affaticamento, stanchezza e senso generale di malessere
- Mal di gola
- Mal di testa, che in alcuni casi può essere diverso dal solito o più persistente (come vedremo più avanti)
- Starnuti
Anche la nuova variante XFG si presenta con questo tipo di sintomi e, sebbene questi siano i 5 più frequenti, possono comunque comparire anche altri disturbi come:
- Dolori muscolari
- Riduzione dell’appetito
- Tosse insistente
- Nausea e diarrea
- Febbre o febbriciattola – ma non è raro che l’infezione decorra anche senza febbre
Infine, anche se sempre meno comuni, restano possibili la perdita dell’olfatto e del gusto.
Importante
Le varianti più recenti del virus SARS-CoV-2 non sembrano mostrare sintomi realmente diversi rispetto a quelli delle versioni precedenti, anche se è evidente di come nella maggior parte dei casi l’infezione tenda oggi a manifestarsi in modo più lieve.
Diversamente da quanto accadeva nei primi anni della pandemia, al momento disponiamo di pochissimi dati scientifici aggiornati e solidi riguardo ai sintomi specifici delle nuove varianti. Le informazioni attualmente disponibili si basano per lo più su osservazioni cliniche isolate – raccolte in ambito ambulatoriale o ospedaliero – oppure su testimonianze personali, entrambe fonti soggette a importanti distorsioni, come il bias di selezione.
Mancano invece studi epidemiologici su ampia scala e con una solida base statistica, capaci di restituire un quadro davvero affidabile e rappresentativo del profilo clinico delle varianti più recenti.
Quando preoccuparsi
È importante prestare attenzione alla difficoltà respiratoria, che va segnalata immediatamente al medico e possibilmente monitorata con un saturimetro.
La gravità e la durata della malattia dipendono da diversi fattori, tra cui la vaccinazione, l’età, lo stato di salute generale e la risposta del sistema immunitario.
Fortunatamente le varianti più recenti sono meno aggressive e la popolazione ha sviluppato una maggiore immunità, sia grazie alla vaccinazione che a precedenti infezioni. Di conseguenza, è frequente osservare un decorso più lieve rispetto alle prime fasi della pandemia.
Tuttavia, è importante ricordare che:
- Alcune persone possono comunque avere bisogno di rimanere a letto per dieci giorni, soprattutto se fragili o in età avanzata.
- In alcuni casi si può arrivare al ricovero in terapia intensiva con rischio di morte.
- Possono svilupparsi complicazioni, seppur in un numero limitato di casi, principalmente in pazienti fragili.
A questo proposito l’OMS raccomanda di allertare immediatamente il medico in caso di
- mancanza di fiato
- disturbi del linguaggio, confusione o difficoltà di movimento
- dolore al petto.
Mal di testa lancinante?
È importante sottolineare un aspetto aggiuntivo riguardante il mal di testa: nel caso in cui si manifestasse un dolore alla testa con caratteristiche insolite – improvviso, intensamente doloroso e percepito come “senza precedenti” o lancinante – è fondamentale considerarlo una situazione di emergenza medica a prescindere e, in tali circostanze, è necessario recarsi immediatamente al Pronto Soccorso.
Sebbene sia improbabile che un mal di testa con queste caratteristiche sia correlato al COVID-19, potrebbe essere indicativo di altre condizioni mediche serie che richiedono attenzione immediata.


